Come tutto é iniziato…
“E’ davvero democratico comprare una t-shirt per 5 euro?
o comprare un jeans per 20?
o ci stanno solo prendendo in giro?
ci stanno facendo credere di essere ricchi perché possiamo comprare tante cose
ma di fatto ci stanno rendendo sempre più poveri ”
The True Cost
La mia ricerca a un guardaroba sostenibile é partita involontariamente dopo la visione del documentario “The True Cost”. Quando ho aperto il blog nel 2016, non avevo la minima idea dell impatto ambientale, sociale ed economico che la moda stava prendendo.
La moda é al secondo posto come settore più inquinante nel mondo
Il Fast Fashion ovvero “la moda a basso costo” sta mettendo a rischio l intero ecosistema, in paesi come la Cina nei distretti riservati alla produzione di abbigliamento lo smog riduce la visibilità di pochi metri e le acque dei mari prendono i colori delle tendenze stagionali.
Fast Fashion non significa solo bassa qualità ma anche bassi salari
Lavoratori sfruttati, sottopagati e sottoposti a rischi enormi per la propria salute.
Senza badare al fenomeno dello sfruttamento minorile e degli abusi sessuali.
La moda a basso costo sta letteralmente distruggendo il mercato
soprattutto le piccole aziende locali. Il settore tessile in Italia é quello che ne paga le conseguenze, con perdita di posti di lavoro a vantaggio di stati dove si può produrre per pochi euro.
STEP 1
CHE COS’E’ UN GUARDAROBA SOSTENIBILE?
Quando si sente parlare di guardaroba sostenibile si pensa subito a: ora devo buttare tutto e ricominciare da capo! in realtà la scelta più sostenibile che puoi fare é proprio quella di tenere ciò che hai, riducendo al minimo i tuoi acquisti.
Quando ho iniziato a informarmi sulla sostenibilità la prima cosa che ho notato é che non ci sono vie di mezzo, se decidi di etichettarti come persona green allora devi esserlo al 100%. All inizio tutto questo mi metteva ansia ma allo stesso tempo mi faceva riflettere su diverse opinioni contrastanti:
Per esempio se sono una persona Vegan “difficilmente” (virgolettato perché potrei comunque comprare capi di seconda mano) acquisterò capi realizzati in pelle, seta, lana ecc.. Cercherò di acquistare abbigliamento realizzato con tessuti artificiali o sintetici (come per esempio il poliestere riciclato).
Ma mettiamo il fatto che io non sia vegan, l utilizzo di fibre naturali é sicuramente una scelta migliore sia a livello di qualità della fibra sia a livello ambientale (le fibre naturali sono le uniche fibre ad essere biodegradabili).
Potrei allo stesso modo decidere di comprare solo Made in Italy supportando il mio paese oppure comprare abbigliamento a sostegno degli artigiani del commercio equo solidale.
Come vedi sono tutte scelte sostenibili anche se in contrasto tra loro. Scegliere di percorrere anche solo una di queste strade può fare la differenza. Il mio approccio alla sostenibilità non é un approccio estremo, come non lo é per molte persone che si sono avvicinate a questo mondo, Il cambiamento deve avvenire a piccoli passi.
Scegli dei punti chiave che per te sono essenziali, possono essere: l utilizzo di sole fibre naturali, L’utilizzo di fibre biologiche, l’ uso di materiali vegan/Cruelty Free, vestiti di seconda mano/Vintage, vestiti ricavati da materie di riciclo, Prodotti da artigiani locali/Designer Emergenti etc…
Se trovi qualcosa che soddisfa tutti questi punti: Ottimo! Sei sulla buona strada
Se tutti noi scegliessimo anche solo una causa da supportare, faremmo un’enorme differenza! I vestiti acquistati in catene di Fast Fashion potrebbero non coprire nessuno di questi punti.
STEP 2
PARTI DA QUI…
Utilizzare un capo almeno 30 volte.
Nel 2016, l’attivista per il clima Livia Firth ha lanciato la campagna #30Wears, un’iniziativa volta ad aumentare la consapevolezza dei consumatori nei confronti del problema degli sprechi relativo all’industria della moda.
Livia invita tutti a porsi una semplice domanda:
“Indosserò questo capo d’abbigliamento almeno 30 volte prima di buttarlo via?”
Questa Challenge dovrebbe farci riflettere sul come e perché effettuiamo i nostri acquisti. Riempiamo i nostri guardaroba di vestiti, incrementando il nostro più grande problema esistenziale: “Non ho niente da mettermi!”
Il vero problema é che abbiamo troppe cose da metterci. Alcuni vestiti non ci rappresentano, altri non ci valorizzano, non sappiamo come abbinarli o non ci piacciono addosso. Alla fine optiamo sempre per i soliti 3/4 capi.
Per evitare di acquistare vestiti in modo impulsivo ho adottato questi piccoli accorgimenti che hanno fatto la differenza:
1. Elimina le iscrizioni a newsletter di abbigliamento
Ogni giorni ricevevo 30 mail riguardanti nuovi arrivi, saldi, buoni sconto, ultime occasioni, vendite private, inevitabilmente cadevo nella trappola di acquistare cose, per lo più cose che non mi servivano.
La realtà é che molto spesso lo shopping ci migliora l umore, ci sentiamo soddisfatte nel aver acquistato quel capo al 70% di sconto, perché pensiamo di aver fatto un affare, nel 90% é un acquisto d’impulso che non utilizzeremo più di 2 volte, che lasceremo nel armadio ad occupare spazio, ancora con l etichetta.
2. Fai una Wishlist
Ogni volta che desidero qualcosa me lo inserisco in un elenco dell app note dell iphone, questo mi fa evitare qualsiasi tipo di acquisto impulsivo.
L oggetto rimane segnato li e posso darmi del tempo prima di decidere se acquistarlo o meno. Quando ci torno dopo un mese mi rendo conto di quanti oggetti non ricordavo di aver segnato e di quanti non desideravo più. A questo punto li elimino dalla lista, altri magari li compro ma dopo averci riflettuto un bel po’.
3. “Choose Well, Buy Less, Make it last”
(Compra di meno ma compra vestiti migliori e falli durare nel tempo!) Questo cita il manifesto di Vivienne Westwood. Investire in capi di qualità non solo fa bene all ambiente ma migliora anche il nostro rapporto con lo shopping. Le persone riflettono maggiormente sull’ acquisto di un capo se sanno di dover spendere un tot di soldi per averlo. Viene più naturale porsi domande come: Mi serve? Con cosa potrei abbinarlo? Ne ho altri simili nel mio armadio?
STEP 3
LIBERA SPAZIO
Un vero guardaroba sostenibile inizia dalla pulizia.
Molte persone hanno timore a lasciare andare i propri vestiti, questa é la base del problema perché
dovremmo essere circondati solo da vestiti che amiamo alla follia e che vorremo indossare tutti i giorni.
Quando ho iniziato il mio primo decluttering (letteralmente eliminare ciò che ingombra) le mie preoccupazioni erano: magari lo indosserò in tale occasione, magari mi servirà in futuro, magari dimagrisco e lo potrò indossare etc…
La verità? Non ricordo vestiti che ho lasciato andare e che vorrei indietro.
Eliminare i vestiti dal mio guardaroba é stata una delle esperienze più gratificanti mai provata,
mi ha dato l opportunità di riorganizzare al meglio gli spazi interni, di trovare facilmente ciò che cerco, di creare abbinamenti veloci con i vestiti selezionati e di disporre i vestiti tutti appesi, distanziati senza nessun tipo di ammassamento.
Dei suggerimenti che ti possono aiutare:
FAI IL DECLUTTERING DELLA STAGIONE CORRENTE
Se ci troviamo nel mese di Novembre occupati solo dell abbigliamento invernale (all estivo puoi pensarci verso i mesi di Aprile). E’ molto più semplice procedere in questo modo perché ci rendiamo conto dei vestiti che realmente stiamo indossando, inoltre ci risulterà più facile vendere, scambiare o donare i vestiti che abbiamo scartato, nessuno ha intenzione di acquistare un crop-top sotto Natale o un cappotto nel mese di Giugno.
IL METODO DELLE GRUCCE
Se sei all inizio di questo percorso e fai fatica a capire quali capi tenere e quali lasciare andare, prima di iniziare con la pulizia dell armadio puoi utilizzare il metodo delle grucce.
In cosa consiste? A inizio stagione posiziona tutte le grucce in un unico verso (esempio tutte verso destra) ogni volta che indosserai un capo girerai il verso della gruccia nel lato opposto (verso sinistra), a fine stagione ti renderai conto di quanti capi effettivi non hai mai usato (le grucce posizionate verso destra) e che probabilmente non utilizzerai più.
CREA LA TUA UNIFORME
“L’uniforme è qualcosa che ci fa sentire bene e che deve esprime qualcosa che è timeless, senza tempo”. Miuccia Prada
Ognuno di noi deve costruire la propria uniforme, capire ciò che lo valorizza, ciò che ama indossare e che lo rappresenti al 100%. Veniamo costantemente bombardati da trend stagionali, metà delle cose che acquistiamo sono capi che non ci rappresentano, usa la pulizia del guardaroba per prendere coscienza di ciò che realmente indossi e per trovare il tuo stile personale. Indossi sempre jeans skinny, t-shirt e cappotti oversize? Questa é la tua uniforme, ciò che ami e usi di più. Non cercare di allontanarti dal tuo stile ma anzi, cerca di incrementarlo con pezzi unici. Forse penserai di essere una tipa noiosa, bhé sappi che tutte le persone che lavorano nel campo moda si vestono esattamente con una propria uniforme.
STEP 4
Le guru del riordino ci insegnano a buttare sacchi neri di vestiti e scarpe inutilizzati.
Peccato che nessuno si domandi cosa accada realmente a tutti questi vestiti.
La maggior parte di essi viene lasciarla a qualche ente benefico, o in qualche cassonetto che si occupa della raccolta di indumenti usati, pensiamo di fare una buona azione, ma solo una piccola parte arriva a chi ne ha davvero bisogno.
Gli enti benefici si ritrovano sommersi e cercano a loro volta altre soluzioni per sbarazzarsene, più dell 80% di vestiti vengono devoluti all industria degli stracci, agli stabilimenti di riciclaggio e alle relative aziende private di smistamento, quest ultime impacchettato e rivendono tutto a mercati in varie parti del mondo.
Su questo enorme giro d’affari, grazie a regolamenti poco chiari e all’assenza di controlli, spuntano molte associazioni ambigue e la stessa criminalità organizzata.
Ecco perché tutti noi dovremmo essere più responsabili dei vestiti che decidiamo di lasciare andare.
Il mio piano d’azione é quello di suddividere i vestiti nelle seguenti categorie
Vestiti da vendere
Tutti i vestiti in ottime condizioni, quelli indossati poco o ancora con l’etichetta trovare nuova vita nell armadio di qualcun altro.
Per vendere abbigliamento usato potete affidarvi a delle app di compravendita, vi lascio un articolo in cui ne parlo in modo approfondito Dove vendere Abbigliamento usato: Migliori App
Più comodo e meno laborioso Mercatopoli, la rete di mercatini dell’usato di tutta Italia. Qui non dovete preoccuparvi della vendita, vi basta lasciare i vestiti in negozio in base alla stagione corrente e passare a ritirarli scaduti i 3 mesi di esposizione.
Altro sito interessante da segnalare é Armadio Verde, qui il corriere passa gratuitamente a ritirare i vostri vestiti, per ogni vestito inviato vi verranno accreditate delle stelline. Con le stelline guadagnate potete acquistare l’ abbigliamento usato degli altri utenti sul sito.
Altri siti o app per la vendita che personalmente non ho utilizzato o con cui non mi sono trovata bene: Subito.it, Vintag, Shpock, Rebelle, Facebook marketplace o anche la nuova funzione shop di instagram.
Vestiti da regalare
I vestiti in ottime condizione che so possono far piacere ad eventuali amiche/parenti li regalo. Mia nonna possiede tutte le borse che non uso più (le utilizza con parsimonia quasi fossero oro).
Vestiti da riparare
Vestiti con bottoni mancanti, zip rotte, macchie removibili, fodere scucite etc. possono essere riparati e messi a nuovo. Una volta sistemati potete inserirli nel gruppo vestiti da vendere o vestiti da regalare
Vestiti da riciclare
Vestiti usurati che non possono essere più recuperati, come tessuti infeltriti, bucati, sbiaditi etc. Ne fa parte anche tutta la sezione intimo e calze. Informatevi sulle opzioni di riciclo presenti in diversi negozi,
Intimissimi ogni anno ritira intimo usato in cambio di buoni sconto
Rifo-LAB si occupa del riciclaggio di jeans e maglioni in chachemire
Se sei arrivato/a alla fine di questo articolo non mi resta che augurarti un buon inizio o una buona continuazione verso il tuo guardaroba consapevole.
Se ti servono spunti per fare shopping puoi guardare la pagina Brand Sostenibili dove raggruppo e aggiorno ogni giorno le nuove scoperte nel campo moda green.